La domanda e l’offerta continuano a crescere inesorabilmente: +21% e +7% rispetto al 2017. È questo l’incremento dell’e-commerce nel 2018 per quanto riguarda, rispettivamente, i prodotti e i servizi, tanto da incidere, per il 2019, del 7% rispetto a tutti i consumi retail.
Numeri e percentuali da capogiro se si considera che, secondo l’Osservatorio eCommerce B2c, nel 2019 il valore degli acquisti fatti online supererà del 15% quello del 2018 arrivando a raggiungere i 31,5 miliardi di euro. Di primo acchito, è davvero difficile trovare un altro settore con un potenziale di crescita così elevato.
Come se non bastasse, analizzando il trend vediamo che nel 2018 questo tipo di mercato ha avuto un valore di 28,7 miliardi di euro, facendo registrare un più 16% rispetto al 2017. Adulti, ragazzi, anziani: comprare online coinvolge davvero tutti e, se qualche anno fa, semplicemente anche intorno al 2010, c’erano grosse difficoltà che sembravano insormontabili, come il non accesso a internet e la sicurezza, oggi è come se ci fosse un’autostrada senza alcuna macchina davanti e senza autovelox dove puoi sfrecciare alla velocità che desideri.
Secondo Netcomm-Human Highway, in Italia ci sono 22 milioni di clienti online abituali. Poco? Tanto? Considera che nel nostro paese ci sono circa 60 milioni di residenti, inclusi i bambini e gli anziani. Ecco, ora probabilmente hai dato il giusto peso a questo numero.
Ricordi quando un tempo era difficile comprare vestiti perché non c’era la possibilità di misurarli, ‘toccarli’ e vederli dal vivo? Ebbene, oggi questa categoria rientra tra la merce più acquistata via web, insieme ai biglietti aerei, i prodotti per la casa, i libri e perfino il cibo (in particolare cibo locale che si trova in una specifica area del paese).
Occhio anche ai ricambi auto che negli ultimi tempi sta prendendo sempre più piede. Prima abbiamo parlato dei viaggi, al primo posto incontrastato tra i servizi acquistati via web. Vuoi la cifra? Nel 2018 sono stati prenotati online il 61%, con incremento del 9% rispetto al 2017, secondo il rapporto Nielsen. Ecco, forse è anche per questo che oggi le agenzie di viaggio stanno attraversando un periodo di grande difficoltà.
Il ruolo dei social media
Un rapporto in chiaroscuro quello dei social media: andiamo a vedere perché
Come secondo paragrafo, piuttosto che analizzare, ad esempio, il mobile o i motivi che possono incidere sull’acquisto del consumatore, su cui puoi già trovare tutto e il contrario di tutto online, abbiamo preferito soffermarci sul ruolo dei social media, analizzando i dati fuoriusciti dal report del 2019 della Casaleggio Associati.
Tra le attività di marketing, i social media, infatti, si piazzano al secondo posto con il 18%, seguiti dal posizionamento sui motori di ricerca con il 17%. Se con i social media esistono parecchi ‘fai da te’, per quanto riguarda l’ottimizzazione di un sito web devi affidarti a dei professionisti anche perché i risultati non sono immediati.
Per quanto riguarda i social media, però, la difficoltà maggiore è la possibilità di misurare effettivamente l’investimento, tanto che, sempre secondo questo rapporto, solo il 30% ha visto un incremento certo delle vendite e ben il 49% non riesce a valutare gli effetti concreti dell’investimento. Addirittura, il 21% investire sui social media lo considera un investimento a perdere perché non trova risultati concreti.
A dire il vero, comunque, effettivamente è molto complicato – nonostante oggi ci siano vari codici di tracciamento, come il pixel di Facebook, o diversi strumenti di analisi come Google Analytics – sapere con precisione quanto una campagna sponsorizzata abbia inciso sulle vendite, in particolare per quei prodotti che non sono d’impulso.
Andando nel dettaglio, quale social viene giudicato più efficace? In primis Facebook, con il 71% di efficacia e a seguire Instagram con il 53%, nonostante la crescita esponenziale di questo social network che fa parte della galassia di Zuckerberg. Da non sottovalutare altri dati relativi agli altri social network: praticamente, Snapchat non viene considerato mentre Twitter ha, secondo gli intervistati, un efficacia pari al 12%, superato da LinkedIn – 23% – e da YouTube – 27% -.
Il ruolo delle campagne: ma non quelle pubblicitarie!
Accostare il proprio marchio a una determinata tematica può essere la strategia vincente
Le campagne, quelle giuste, quelle vincenti. No, non stiamo parlando di una strategia di sponsorizzazione su Facebook, Instagram o Google Ads. Ma, semplicemente, di abbracciare qualche ‘causa’ che oggi può andare di moda.
Ad esempio, basti pensare al #PlasticFree o anche alla battaglia contro la violenza delle donne. Un esempio? Sorgenia, il 14 febbraio 2019, ha lanciato la campagna #sempre25novembre, riferendosi al giorno istituito per ricordare questa problematica.
Ebbene, in quell’occasione ha invitato tutti gli utenti a condividere o postare immagini con quell’hashtag, impegnandosi a devolvere 1 euro per ogni post pubblicato alla cooperativa La Grande Casa scs onlus, che si occupa proprio di dare una mano alle donne vittime di violenza.
Risultato? Oltre alla diffusione del marchio, al miglioramento della brand reputation, ben 12mila post pubblicati, un numero di interazioni che ha superato il milione e ben 25 milioni di impression.
Numeri di tutto rispetto che hanno fatto sicuramente bene al marchio e alla sua reputazione sui due principali social network: Facebook e Instagram.