Cosa serve per aprire un negozio?

Aprire un negozio può essere una procedura abbastanza complessa se non si hanno ben chiare in mente alcuni passaggi essenziali. E ovviamente vanno rispettati, prima di tutto, alcuni obblighi. Vediamo nel dettaglio. 

Obblighi basilari

Fermo restando che rispetto al passato aprire un negozio per la propria attività imprenditoriale è più facile rispetto al passato, va detto che alcuni obblighi sono rimasti ancora in vigore e non sono pochi.  Tra questi troviamo una serie di permessi richiesti per l’apertura. Bisogna, infatti, procedere all’iscrizione all’INPS, per il pagamento dei contributi previdenziali; iscrizione all’INAIL, per garantire l’assicurazione contro infortuni sul lavoro, nonché aprire una posizione fiscale o una partita IVA. Oltre a tutto questo, va considerato anche che bisogna inviare una comunicazione al Registro delle Imprese presso la Camere di Commercio. 

Sicuramente un altro obbligo è quello di avere un POS mobile per il tuo negozio. Quello che non tutti forse sanno, infatti, è che da quasi dieci anni è obbligatorio per i commercianti e molti professionisti mettere a disposizione dei clienti un POS mobile, ovvero il terminale per la ricezione di pagamenti elettronici. 

Licenza e normative

Altro passaggio fondamentale prima di aprire un negozio è quello di considerare il tipo di attività commerciale che si vuole avviare. Ecco allora che andrà fatta un’analisi di mercato, considerando il target, i competitori, le zone e soprattutto le opportunità da sfruttare. Un tempo, per aprire un negozio era necessario anche richiedere una o più particolari licenze al Comune, il quale poteva rilasciarle secondo una certa discrezionalità. Il rilascio delle licenze avveniva in maniera molto parsimoniosa, per evitare che poi per le città ci fossero troppi esercizi commerciali. 

Le cose sono radicalmente cambiate, in particolare dal 1998, quando con un Decreto Legislativo proposto da Bersani, venne riformato il settore del commercio e stabilite nuove regole. Queste sono volte a garantire proprio la libertà imprenditoriale. Altra tappa essenziale è stata il 2006, quando è stato stabilito che la licenza per attività svolte all’interno di una struttura con superficie di meno di 250 mq non è più prevista. Rimane tutt’oggi, invece, l’obbligo di richiedere la licenza per le tabaccherie che sono destinate alla vendita di prodotti oggetto di monopolio statale. 

Se si ha intenzione di aprire un negozio di superficie maggiore di quella indicata, fino a 1500 mq per i Comuni più piccoli e 2500 mq per i Comuni maggiori, è necessaria l’autorizzazione. Se la risposta non arriva entro 90 giorni, vige però il silenzio-assenso. Da non dimenticare, inoltre, la presentazione di dichiarazione inizio attività SCIA. Si tratta di una comunicazione diretta al sindaco del proprio Comune con cui si dichiara l’inizio attività, nel rispetto della normativa vigente: questa va inviata almeno 30 giorni prima dell’inizio attività; e va fatto allo SUAP, ovvero lo Sportello Unico delle Attività Produttive.

Distinzione attività commerciali

Le attività commerciali possono essere suddivise in tre tipologie. Nel primo caso parliamo di esercizi di vicinato, ovvero quelli con superficie di vendita non superiore ai 250 mq; nel secondo caso di medie strutture di vendita, con superficie non superiore ai 2500 mq; e nel terzo caso di grandi strutture di vendita, con superficie di vendita superiore ai 2500 mq. Alcune regole possono variare a seconda del Comune o della Regione di riferimento. 

Per alcune attività, come quelle alimentari, vige l’obbligo di Registro Esercenti di Commercio. Per quanto riguarda, invece, le attività di ristorazione, come bar, ristoranti o anche alberghi, va effettuata l’iscrizione al REC ed è necessario anche frequentare il corso SAB, per somministrazione Alimenti e Bevande. Quest’ultimo è organizzato proprio dalla Camera di Commercio.

Altri requisiti

Tra gli altri requisiti essenziali troviamo anche il fatto che non bisogna mai essere stati dichiarati falliti; non bisogna essere delinquenti abituali; non si devono aver subito condanne con periodo detentivo superiore ai tre anni; nonché bisogna ottenere l’agibilità dei locali da parte dell’ASL (azienda sanitaria locale).

Dal 2010 è in vigore anche una procedura semplificata che consente di ricorrere ad una Comunicazione Unica di avvio attività: grazie a questa si potrà inviare una comunicazione al Registro delle Imprese della Camera di Commercio, che provvederà a dare notizia della stessa agli altri enti. Sul sito della Confcommercio, comunque, sono indicati tutti i dettagli in merito.